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Semiotica della Befana Fascista: differenze tra le versioni

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[[File:Benito Mussolini. 1935. Paul Troubetzkoy.jpg|miniatura|Paolo Troubetzkoy (1866-1938). Ritratto equestre del Duce (Benito Mussolini). 1935. Ritratto equestre di Benito Mussolini. 1935. Questa scultura "Duce" è stata danneggiata (deformata e persa dettagli) dopo il crollo del fascismo in Italia nel 1945.]]
[[File:Befana fascista.jpg|miniatura|Credits: eboliarchiviodigitale.it]]
'''La Semiotica della Befana Fascista'''
'''La Semiotica della Befana Fascista'''


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La prima di queste Befane si tenne il 6 gennaio 1928. Nel 1934 cambiò denominazione in '''Befana del Duce''', nel 1940 divenne '''Befana del Soldato''' e con la Repubblica Sociale Italiana tornò alla denominazione originaria Befana Fascista.<ref name=":0">https://www.secoloditalia.it/2019/01/cera-una-volta-la-befana-fascista-un-esempio-di-stato-solidale-e-popolare-video/</ref><ref name=":1" />  
La prima di queste Befane si tenne il 6 gennaio 1928. Nel 1934 cambiò denominazione in '''Befana del Duce''', nel 1940 divenne '''Befana del Soldato''' e con la Repubblica Sociale Italiana tornò alla denominazione originaria Befana Fascista.<ref name=":0">https://www.secoloditalia.it/2019/01/cera-una-volta-la-befana-fascista-un-esempio-di-stato-solidale-e-popolare-video/</ref><ref name=":1" />  


Augusto Turati, segretario del Partito Nazionale Fascista, nel corso di un viaggio a Buenos Aires nel 1927 ebbe modo di osservare la Befana organizzata dall’Associazione lavoratori fascisti emigrati in Argentina, e volle riproporre la cosa in Italia.<ref>Fernando J. Devoto, ''Historia de los Italianos en la Argentina'', Biblos, Buenos Aires, 2008, pag.355</ref> La Befana in quegli anni era un po’ in ribasso, anche se era sempre radicata nell’animo degli italiani. Allo scopo di dare visibilità sul territorio ai fasci femminili e all'opera nazionale del dopolavoro, Augusto Turati ebbe l'idea della "Befana fascista", ordinando alle Federazioni provinciali del Partito Nazionale Fascista (PNF) di sollecitare a commercianti, industriali e agricoltori donazioni in occasione di tale festa, la cui gestione sarebbe stata curata dalle organizzazioni femminili e giovanili fasciste. Il fascismo, prendendola in mano e gestendola, ne fece uno egli avvenimenti più importanti e sentiti dell’anno. La cosa funzionava così: tutti i federali sensibilizzavano le imprese, le banche, i privati a donare beni e denaro per la Befana dei più poveri e e soprattutto dei bambini. Le organizzazioni giovanili e femminili fasciste si occupavano dell’aspetto logistico, che si rivelò subito imponente, e il 6 gennaio mattina si teneva nelle locali Case del Fascio la solenne distribuzione di doni ai bambini figli delle classi meno agiate. Le distribuzioni si svolgevano anche per figli di lavoratori di determinate categorie: ferrovieri, postali, metalmeccaninci, minatori, agrari, etc.<ref name=":0" />
Augusto Turati, segretario del Partito Nazionale Fascista, nel corso di un viaggio a Buenos Aires nel 1927 ebbe modo di osservare la Befana organizzata dall’Associazione lavoratori fascisti emigrati in Argentina, e volle riproporre la cosa in Italia.<ref>Fernando J. Devoto, ''Historia de los Italianos en la Argentina'', Biblos, Buenos Aires, 2008, pag.355</ref> La Befana in quegli anni era un po’ in ribasso, anche se era sempre radicata nell’animo degli italiani. Allo scopo di dare visibilità sul territorio ai fasci femminili e all'opera nazionale del dopolavoro, Augusto Turati ebbe l'idea della "Befana fascista", ordinando alle Federazioni provinciali del Partito Nazionale Fascista (PNF) di sollecitare a commercianti, industriali e agricoltori donazioni in occasione di tale festa, la cui gestione sarebbe stata curata dalle organizzazioni femminili e giovanili fasciste.  
 
La raccolta e la distribuzione dei pacchi fu a cura dei Fasci Femminili e della Dopolavoro. Il luogo preposto alla felicità dei piccoli beneficiari, la Casa del Fascio, trasformata in cornucopia di gioia e di abbondanza.<ref>https://metropolitanmagazine.it/la-befana-fascista-compie-90-anni-perche-nasce-fu-lidea/</ref>
 
Il fascismo, prendendola in mano e gestendola, ne fece uno egli avvenimenti più importanti e sentiti dell’anno. La cosa funzionava così: tutti i federali sensibilizzavano le imprese, le banche, i privati a donare beni e denaro per la Befana dei più poveri e e soprattutto dei bambini. Le organizzazioni giovanili e femminili fasciste si occupavano dell’aspetto logistico, che si rivelò subito imponente, e il 6 gennaio mattina si teneva nelle locali Case del Fascio la solenne distribuzione di doni ai bambini figli delle classi meno agiate. Le distribuzioni si svolgevano anche per figli di lavoratori di determinate categorie: ferrovieri, postali, metalmeccaninci, minatori, agrari, etc.<ref name=":0" />


Già nel 1930 i pacchi dono distribuiti superarono i 600.000 e nel 1932 furono 1.243.351.<ref>Paola Benedettini Alferazzi, ''Organizzazioni femminili fasciste nell'anno X'' in ''L'Almanacco della Donna Italiana 1933'', Bemporad, Firenze, 1933</ref>
Già nel 1930 i pacchi dono distribuiti superarono i 600.000 e nel 1932 furono 1.243.351.<ref>Paola Benedettini Alferazzi, ''Organizzazioni femminili fasciste nell'anno X'' in ''L'Almanacco della Donna Italiana 1933'', Bemporad, Firenze, 1933</ref>
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