Un sguardo al fenomeno dell'astensione dal voto

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Mercato della frutta e verdura.

"Facciamo finta che i partiti siano dei VENDITORI, e i cittadini con diritto di voto i potenziali COMPRATORI"

NOMENCLATURA utilizzata nel testo

  • sceneggiatura comune

Una sceneggiatura comune per Eco è la descrizione di uno «schema di azione e di comportamento prestabilito»[1]

A cura di Renato Ongania, data ultima revisione 20 settembre 2022


Oggi voglio dare uno sguardo semiotico al fenomeno dell'astensionismo dal voto grande protagonista annunciato delle prossime elezioni politiche 2022. Non intendo esprimere alcun parere personale sul voto, solo un giudizio sommario sul fenomeno che si annuncia clamoroso, una sorta di chiave di lettura leggera e leggermente provocatoria del fenomeno.

Per fare questo esercizio applicherò un concetto studiato da Umberto Eco: la sceneggiatura comune, un'immagine che in qualche modo sintetizza il rito del voto.

La sceneggiatura comune che forse meglio di altre si presta a uno sguardo sul fenomeno dell'astensione dal voto è il mercato della frutta e verdura... o forse anche quello del pesce... ma non un mercato qualsiasi, uno di quelli tradizionali. Un luogo fisico, una piazza, un parcheggio con le bancarelle, oppure anche un mercato coperto.

I venditori (esponenti di partito) che ci dobbiamo immaginare, declamano, nella maniera più efficace possibile, le migliori qualità del proprio prodotto, lo espongono per la vendita. Ci credono loro stessi, sono convinti e hanno la missione di promuovere e vendere (convincere).

L'idea di guardare alla politica come a un mercato non è certamente nuova, possiamo farla risalire all'antica Grecia pensando al ruolo dei sofisti.

Ma è possibile che noi non si voglia comprare nulla?

Sì, è possibile.

Questa astensione dall'acquisto ha ragioni molto elementari, inutile andare dietro a complessità paventate dalla politica rispetto al non-voto che giustifica se stessa.

La ragioni essenziale è la non necessità di soddisfare un desiderio (Gnasso, Iabichino, 2014)[2]: non viene percepito alcun desiderio soddisfabile dalla Politica (Offerta nel gergo economico). Si va al mercato, ma si torna con la borsa vuota perché "non c'era niente che mi interessava". Su questo punto Giampaolo Fabris parla di "differibilità dei desideri".[3]

La Domanda è pari a zero per gran parte dei potenziali acquirenti, che altro non sono che i Cittadini con diritto di voto.

Vinceranno quei partiti che riusciranno a dialogare con i nuovi "Cittadini consumatori".[4]

Nel gergo del marketing si potrebbe parlare di massificazione, un generale livellamento verso il basso, provocato dalla scomparsa delle differenze percepite come significative dal consumatore.

Mancanza di Domanda

Partiamo dall'evidenza denunciata da anni: la crescente disaffezione dalla Politica...

Tradotto, i Cittadini non comprano più i partiti (o le liste civiche).

In Economia la mancanza di Domanda è una occorrenza che viene risolta in vari modi - e spesso determina il prezzo di equilibrio se il mercato ha certe condizioni - il prezzo del bene o servizio scende... e ha come effetto pressoché immediato qualcosa di importante: una diminuzione dell'Offerta.

E cos'è l'Offerta nella politica?

Banalmente è la qualità delle soluzioni proposte (da non confondere con la frammentazione delle proposte partitiche).

Pur di vendere, si arriva al populismo!

Ci si svende e si rinuncia alla Politica perché le soluzioni ai problemi complessi sono trasformate in soluzioni banali (e irreali).

Una soluzione

Come si interviene sulla Domanda?

Uno dei modi più semplici (non l'unico) è quello di migliorare l'Offerta.

E cos'è l'Offerta in Politica? La qualità delle soluzioni proposte.

Si potrebbe intervenire anche su altre componenti del "mercato", indubbiamente, ma forse i soggetti più a debito nel rapporto democratico sono proprio i partiti che diventano iper-attivi nel periodo elettorale e chiedono il permesso di poter esistere.

Come si migliora la qualità delle soluzioni proposte dai partiti?

Con la formazione, lo studio, la competenza.

I partiti hanno interesse a intercettare il partito del non voto?

Sì, almeno a livello teorico, ma non fanno studiare i loro esponenti, non li preparano.

Questo è un problema sistemico, la non competenza degli esponenti di partito.

Le soluzioni ai problemi, quelli sì che sono complessi, spesso non sono elaborate dentro ai partiti, ma da think thank... contenitori a pagamento a cui i partiti hanno affidato lo studio dei problemi... hanno in gran misura esternalizzato la funzione più importante che avevano in nuce: studiare.

Note

  1. Eco U., Semiotica e filosofia del linguaggio, Torino, Einaudi, 1984, p.80.
  2. Existential Marketing. I consumatori comprano gli individui scelgono, Hoepli, 2014, p.22.
  3. Il nuovo consumatore: verso il postmoderno, p. 85
  4. Nella definizione terminologica a cui si accenna nella prefazione alla seconda edizione di Societing, Fabris, Egeo, 2009.