Regione Lombardia: perché i lombardi devono subire il branding (la propaganda) del "Piano Lombardia"?

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Pifferi.

Le "LINEE GUIDA PER L’UTILIZZO DEL MARCHIO “IL PIANO LOMBARDIA” - Da apporre sui cartelli di cantiere e in conclusione dell’opera[1] impongono ai beneficiari (in gran parte i Comuni lombardi) determinate specifiche.

Linee guida

PREMESSA

Le presenti linee guida illustrano le modalità da adottare per valorizzare le politiche regionali e dare visibilità al pubblico dei finanziamenti erogati nell’ambito del “Programma degli interventi per la ripresa economica - Piano Lombardia”, ai sensi della legge regionale 9/2020.

Di seguito vengono fornite le indicazioni rispetto agli strumenti da adottare sia durante lo svolgimento dei cantieri che ad opera conclusa.

La valorizzazione dell’immagine di Regione Lombardia, nell’ambito delle concessioni di contributi finalizzati all’acquisto o alla realizzazione di opere, beni e servizi, è disciplinata dalla Delibera XI / 3637 del 13/10/2020 che applica anche ai casi previsti dall’art. 8 della l.r. 18/2020 le indicazioni generali contenute nel Brand book[2] del marchio di Regione Lombardia di cui alla d.g.r. n. 7710/2018.

A CHI SONO DESTINATE

Le linee guida sono destinate ai soggetti beneficiari dei contributi legati ai progetti finanziati dalle delibere di approvazione e aggiornamento del “Programma degli interventi per la ripresa economica – Piano Lombardia”.

RESPONSABILITÀ DEI BENEFICIARI

L’applicazione delle indicazioni inserite nelle linee guida soddisfa gli obblighi e le responsabilità dei beneficiari nell’attuazione delle delibere di approvazione e aggiornamento del “Programma degli interventi per la ripresa economica – Piano Lombardia” sulla base dei format allegati al presente documento e in riferimento alle disposizioni di seguito riportate:

- esporre il marchio “Il Piano Lombardia” unitamente al marchio Regione Lombardia sui cartelli di cantiere durante l’intera durata dei lavori e in posizione ben visibile al pubblico;

- esporre una targa permanente a opera conclusa;

Per opere strategiche e di rilevante entità e/o di impatto sul pubblico, Regione Lombardia potrà condividere con i beneficiari ulteriori indicazioni specifiche, quali ad esempio l’apposizione di uno o più striscioni lungo il cantiere o l’ideazione e la disposizione di pannelli di grandi dimensioni, esplicativi dell’opera in cantiere.

In casi specifici in cui l’esposizione del marchio e/o della targa risulti di difficile installazione, il soggetto beneficiario può richiedere al dirigente delegato alla firma della convenzione di essere esonerato, anche parzialmente, dagli obblighi di pubblicità previsti dalle linee guida presenti.

In fase di erogazione del saldo, il beneficiario è tenuto a fornire idonea documentazione fotografica dell’avvenuta esposizione della targa a opera conclusa.

Inoltre, in caso di utilizzo improprio e/o non conforme alle presenti linee guida del marchio da parte dei soggetti beneficiari, Regione Lombardia potrà intervenire applicando provvedimenti quali: la richiesta di rettifica tempestiva, la diffida all’utilizzo e/o la revoca della concessione del marchio.

CARTELLI DI CANTIERE

Il marchio da apporre sui cartelli di cantiere è composto da 3 elementi obbligatori: 1. La scritta “Opera finanziata da”

2. Il simbolo “Il Piano Lombardia”

3. Marchio di “Regione Lombardia”

Non è consentito separare gli elementi ed è vietata ogni alterazione o modifica degli stessi come da immagine esemplificativa.

  • La misura minima di utilizzo del marchio equivale a 50 mm di base, poiché al di sotto di questa misura è compromessa la leggibilità.
  • In caso di riduzione o ingrandimento del marchio è obbligatorio mantenerne inalterate le proporzioni e rispettare sempre il ridimensionamento minimo.
  • Il marchio può essere affiancato ai marchi di altri Enti che cofinanziano lo stesso progetto secondo il modello allegato (si ricorda che la distanza tra i loghi deve essere di 1,5 cm)
  • Il cartello dovrà essere visibile e potrà essere replicato in più posizioni di cantiere in caso di area di intervento di grandi dimensioni.

In caso di più Enti cofinanziatori, l’ordine di sequenza dei marchi deve rispettare la gerarchia dei soggetti istituzionali ed il criterio di prevalenza del marchio istituzionale.

Il file del marchio in formato vettoriale viene fornito dall’Amministrazione in allegato alla presente delibera ed è scaricabile dal sito di Regione Lombardia, nella sezione dedicata al Piano Lombardia.

TARGA

Entro 30 giorni dalla conclusione dell’opera il beneficiario dei finanziamenti deve esporre una targa permanente che contenga il marchio “Il Piano Lombardia” secondo il modello allegato al presente documento.

Si ricorda che, in caso di mancato adempimento, Regione Lombardia può intervenire a seguito di specifici controlli in loco entro 3 anni dalla conclusione dell’opera con la revoca anche parziale del finanziamento.

La targa deve contenere il nome dell’opera e il marchio “Piano Lombardia” come da immagine.

OPERA REALIZZATA CON IL CONTRIBUTO DI

Il marchio può essere affiancato ai marchi di altri Enti che cofinanziano lo stesso progetto secondo il modello allegato.

OPERA REALIZZATA CON IL CONTRIBUTO DI

La targa deve avere dimensioni significative, minimo di 29,7 x 42 cm (formato A3), essere posta in luogo consono e in una posizione facilmente visibile al pubblico.

Le targhe permanenti devono essere realizzate con materiali tali da assicurare durevolezza nel tempo e compatibilità con la struttura o l’ambiente (ad esempio, vetro, forex, plexiglas o VeKaplan; alluminio, bronzo o ottone, acciaio, vetroresina).

I file relativi ai prodotti sopra richiamati sono consultabili e scaricabili accedendo al sito di Regione Lombardia, sezione dedicata al Piano Lombardia.

QUESITI IRRISOLTI

  • Perché i lombardi devono subire il branding (la propaganda) del "Piano Lombardia"?
  • Da dove arrivano questi fondi? Non sono forse (ancora) i soldi dei contribuenti? E allora perché dargli un'altra denominazione? Non è più corretto dire "Progetto sostenuto grazie ai fondi dei Contribuenti"?
  • Che bisogno ha la governance di "Regione Lombardia" di pavoneggiarsi (farsi bella) rispetto ai fondi elargiti?
  • Il ROI dei progetti (degli investimenti), non dovrebbe essere il maggior interesse comunicativo di Regione Lombardia per dare una compliance agli stakeholder (ai lombardi)?
  • E ancora, quando possiamo considerare "completata un'opera"? Non stiamo confondendo il ROI dell'investimento con la solo (banale) visibilità dell'ente investitore?
  • La paternità dei fondi, del capitale investito, non è forse da rintracciare nel concetto di Bene Comune?
  • Se per ipotesi Regione Lombardia ha finanziato un Comune per sistemare una strada, non è forse del tutto inutile far sapere che quei fondi pubblici sono stati impegnati per riparare un bene pubblico? Qual è il vantaggio di esporre un cartello in cui si promuove Regione Lombardia? Stiamo forse subendo una crisi di riconoscimento istituzionale dell'ente regione? Per quale astrusa teoria dobbiamo fare branding di Regione Lombardia in questo modo?
  • Forse i 3,5 miliardi investiti non sono investiti come li avrebbe investiti un buon padre di famiglia, e necessitano una comunicazione amplificata per sopperire ad eventuali problemucci di alcuni investimenti?
  • Visto che la cifra è così importante, non è forse il caso di avviare un processo di open data sulle imprese che hanno preso in carico i lavori?

ERRORI TECNICI

A cura di Renato Ongania

Nell'ambito specifico della Comunicazione Pubblica Istituzionale il Brandbook di Regione Lombardia (2018) e il successivo dispositivo che definisce l'utilizzo del marchio "IL PIANO LOMBARDIA", va a sostanziare un paradigma comunicativo denominato "Public information", un modello che prevale dall'inizio del Novecento sino alla fine della Prima Guerra Mondiale.

È adeguato oggi?

No. Il modello che aiuterebbe Regione Lombardia a fornire ai cittadini la propria immagine di ente finanziatore, che si prende cura dei territori ecc... è denominato "Mixed-motive communication". Si tratta di un modello pensato nel 2001 da Grunig (e altri), ed è basato sulla teoria dei giochi. Questa teoria aiuta a capire come una strategia di relazioni pubbliche, per essere efficace, debba essere progettata bilanciando gli interessi dell'organizzazione e dei pubblici via via coinvolti. Mi si eccepirà che il Brandbook non contiene un rigo di Relazioni Pubbliche... appunto, è un manuale sull'utilizzo del marchio, scritto anche bene, che valorizza una comunicazione integrata di Regione Lombardia - ma non ha nulla a che vedere con una visione di Comunicazione Pubblica Istituzionale di qualità, strategica, funzionale, che si avvantaggia delle Relazioni Pubbliche per essere efficace.

Nel caso specifico gli interessi della Comunità sono totalmente ignorati poiché la comunicazione delle targhe non è concertata con gli interessi della Comunità. E quali sono?

Andrebbero individuati per ogni singolo progetto finanziato mediante un sondaggio alla comunità.

Per essere più chiari: benché sia del tutto legittimo il bisogno di apparire di Regione Lombardia, che fa il paio con il dovere di intervenire e finanziare determinate opere, le Comunità hanno un interesse sottaciuto: quello più elementare (presente in ogni comunità) è di riconoscersi nel pròprio territorio, sentirlo pròprio. Se a questo punto si dice loro che l'opera è stata finanziata da Regione Lombardia la percezione che ne viene è la sussidiarietà, vale a dire Regione Lombardia copre le casse vuote del Comune, incapace di prendersi cura autonomamente del bene.

Rischi

Se la comunicazione pubblica istituzionale di Regione Lombardia "espropria" la comunità dai benefici di un possesso (relativamente a bene pubblico oggetto di intervento), cioè prevale una sottolineatura del finanziamento monetario, unitamente a una sorta di "vassallaggio istituzionale" dei comuni - che diventano impropriamente i comunicatori di Regione Lombardia (e non mediatori) -, ciò che stiamo procurando alla Comunità è un generalizzato impoverimento. Di fatto stiamo contribuendo e accelerando il processo di atomizzazione delle comunità, financo si contribuisce allo spopolamento dei comuni più deboli (per esempio alcuni comuni montani), con danni sociali che si ripercuoteranno per anni a venire. In estrema sintesi stiamo sprecando l'opportunità di crescere come Comunità e invertire quella spirale discendente tipica del nostro tempo.

Soluzione

Integrare il brandng del marchio con un piano di Relazioni Pubbliche che sposi il modello più adeguato al contesto in cui viviamo.

Note