La Semiotica del Carro Armato

    Da WikiSemiotica.
    Lucca Comics & Games 2019 - Replica di un carro armato al bastione di Call of Duty.

    A cura di Renato Ongania

    I carri armati sono dei dispositivi di senso che anche quando sono fermi prefigurano una forza di attacco militare distruttiva.

    • IN MOVIMENTO - Quando sono in movimento sviluppano una emotività che risponde alla percezione di un accresciuto pericolo.
    • AL MUSEO - Quando sono "al museo" sono parte del passato, sono inoffensivi e quindi avvicinabili.
    • NEI SOGNI - Sono stati nei sogni di alcuni futuristi.
    • NEI GIOCATTOLI - Purtroppo sono ancora giocattoli di molti bambini.
    • SUL CATALOGO - Sono in vendita e si trovano sul catalogo di troppe spa.

    Appunti sparsi sul nostro tempo, marzo 2022.

    LE ARMI DELLE DEMOCRAZIE CHE LE DITTATURE NON SI POSSONO PERMETTERE: CONSAPEVOLEZZA, INFORMAZIONE E TRASPARENZA

    Le nazioni si possono distinguere nella loro forma di governo, è un buon criterio per fare delle distinzioni.

    Federazione Russa, Cina, Corea del Nord, Eritrea, Iran, Bielorussia, Cuba...

    Il sogno europeo di Ventotene, L'Europa, si fondava sulla necessità di costruire la pace (Spinelli & C.).

    Oggi "scopriamo", come del resto è avvenuto prima che il Fascismo prendesse il potere in Italia, che ci sono "industriali" (capitalisti, fascisti o comunisti che siano non importa), PERSONE pronte a fare affari da una guerra.

    Persone e famiglie che vivono con l'industria che si avvantaggiano della guerra.

    Non solo.

    Le azioni sono nel marcato libero della Borsa! Quanti politici dicono: "Boicottiamo i creatori di armi" per esempio? E servirebbe a poco.

    Pochi parlando di un "capitalismo sostenibile"... Forse ci siamo riempiti le orecchie di tante utopie poco sostenibili.

    Nessuno dice: "Togliamo l'industria bellica dal mercato libero", per esempio.

    Quanti politici lavorano con queste lobby?

    Quel principio economico del "Laissez Faire" (che in politica è assorbito da quella stagione piena di "deregulation") ci ha portati vicini al baratro nucleare, a dei paradossi della nostra civiltà, e così abbiamo sul piatto una tragedia dalle proporzioni gigantesche.

    Questo è un problema, scopi contrapposti. Sopravvivenza "mia" e morte "tua".

    Ma c'è la democrazia... non tutto è perduto.

    Nonostante la debolezza istituzionale dell'Europa, c'è una via d'uscita.

    Basta creare una sovrapposizione di fattori che determini la pace e il gioco è fatto.

    È difficile? Sì, lo è ancor di più per coloro che non hanno studiato e si improvvisano "Politici".

    Molti politici si comportano come "Alice nel paese delle meraviglie" e parlano di pace perché pensano di intercettare un sentimento comune positivo. E non sbagliano in questo, ma non basta, devono anche poter parlare di guerra: devono spiegare come possiamo convivere con coloro che vivono di armi.

    Quali regole vanno applicate? Ne servono di nuove?

    Per salvare la nostra democrazia, forse, occorre un più importante equilibrio di forze nella comunità, per esempio un'informazione trasparente sull'industria militare, sui "contractor" sulle commesse militari, sui consulenti (politici, ex politici, ex militari) che fanno muovere i miliardi...

    Trasparenza, e per quanto riguarda noi cittadini, una rinnovata consapevolezza della posta in gioco.

    Ogni tanto occorre leggere qualche articolo sull'innovazione militare, per esempio.

    I VINCITORI

    Non vi sono vincitori in una guerra.

    • “Non vi è nulla che possa giustificare una guerra. Nessuna nazione ha mai vinto completamente una guerra. Nessuna nazione ha mai trionfato alla fine mediante l'uso di armi.” - L. Ron Hubbard
    • “La battaglia principale che l'Uomo deve combattere non è contro l'Uomo: quella è pazzia. La battaglia principale dell'Uomo è contro gli elementi che lo opprimono in quanto specie e che ostacolano la sua spinta verso mete più alte.” - L. Ron Hubbard

    LA GIUSTIZIA

    CONFLITTI GLOBALI

    MERCENARI

    Bibliografia

    https://www.startmag.it/innovazione/leonardo-oto-melara-verso-il-programma-del-carro-armato-europeo-mgcs/