Regione Lombardia: perché i lombardi devono subire il branding (la propaganda) del "Piano Lombardia"?: differenze tra le versioni

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*Forse i 3,5 miliardi investiti non sono investiti come li avrebbe investiti un buon padre di famiglia, e necessitano una comunicazione amplificata per sopperire ad eventuali problemucci di alcuni investimenti?
*Forse i 3,5 miliardi investiti non sono investiti come li avrebbe investiti un buon padre di famiglia, e necessitano una comunicazione amplificata per sopperire ad eventuali problemucci di alcuni investimenti?
*Visto che la cifra è così importante, non è forse il caso di avviare un processo di open data sulle imprese che hanno preso in carico i lavori?
*Visto che la cifra è così importante, non è forse il caso di avviare un processo di open data sulle imprese che hanno preso in carico i lavori?
== ERRORI TECNICI ==
''A cura di Renato Ongania''
Nell'ambito specifico della Comunicazione Pubblica Istituzionale il Brandbook di Regione Lombardia (2018) e il successivo dispositivo che definisce l'utilizzo del marchio "IL PIANO LOMBARDIA", rientra in un paradigma comunicativo denominato "Public information", un modello che prevale dall'inizio del Novecento sino alla fine della Prima Guerra Mondiale.
È adeguato oggi?
No. Il modello che aiuterebbe Regione Lombardia a fornire ai cittadini la propria immagine di ente finanziatore, che si prende cura dei territori ecc... è denominato "Mixed-motive communication". Si tratta di un modello pensato nel 2001 da Grunig (e altri), ed è basato sulla teoria dei giochi. Questa teoria aiuta a capire come una strategia di relazioni pubbliche, per essere efficace, debba essere progettata bilanciando gli interessi dell'organizzazione e dei pubblici via via coinvolti. Mi si eccepirà che il Brandbook non contiene un rigo di Relazioni Pubbliche... appunto, è un manuale sull'utilizzo del marchio, scritto anche bene, che valorizza una comunicazione integrata di Regione Lombardia - ma non ha nulla a che vedere con una visione di Comunicazione Pubblica Istituzionale di qualità, strategica, funzionale, che si avvantaggia delle Relazioni Pubbliche per essere efficace.
Nel caso specifico gli interessi della Comunità sono totalmente ignorati poiché la comunicazione delle targhe non è concertata con gli interessi della Comunità. E quali sono?
Andrebbero individuati per ogni singolo progetto finanziato mediante un sondaggio alla comunità.
Per essere più chiari: benché sia del tutto legittimo il bisogno di apparire di Regione Lombardia, che fa il paio con il dovere di intervenire e finanziare determinate opere, le Comunità hanno un interesse sottaciuto: quello più elementare (presente in ogni comunità) è di riconoscersi nel pròprio territorio, sentirlo pròprio. Se a questo punto si dice loro che l'opera è stata finanziata da Regione Lombardia la percezione che ne viene è la sussidiarietà, vale a dire Regione Lombardia copre le casse vuote del Comune, incapace di prendersi cura autonomamente del bene.
'''Rischi'''
Se la comunicazione pubblica istituzionale di Regione Lombardia "espropria" la comunità dai benefici di un possesso (relativamente a bene pubblico oggetto di intervento), cioè prevale una sottolineatura del finanziamento monetario, unitamente a una sorta di "vassallaggio istituzionale" dei comuni - che diventano impropriamente i comunicatori di Regione Lombardia (e non mediatori) -, ciò che stiamo procurando alla Comunità è un generalizzato impoverimento. Di fatto stiamo contribuendo e accelerando il processo di atomizzazione delle comunità, financo si contribuisce allo spopolamento dei comuni più deboli (per esempio alcuni comuni montani), con danni sociali che si ripercuoteranno per anni a venire. In estrema sintesi stiamo sprecando l'opportunità di crescere come Comunità e invertire quella spirale discendente tipica del nostro tempo.
'''Soluzione'''
Integrare il brandng del marchio con un piano di Relazioni Pubbliche che sposi il modello più adeguato al contesto in cui viviamo.


==Note==
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