Semiotica della Befana Fascista: differenze tra le versioni

nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 8: Riga 8:
La prima di queste Befane si tenne il 6 gennaio 1928. Nel 1934 cambiò denominazione in '''Befana del Duce''', nel 1940 divenne '''Befana del Soldato''' e con la Repubblica Sociale Italiana tornò alla denominazione originaria Befana Fascista.<ref name=":0">https://www.secoloditalia.it/2019/01/cera-una-volta-la-befana-fascista-un-esempio-di-stato-solidale-e-popolare-video/</ref><ref name=":1" />  
La prima di queste Befane si tenne il 6 gennaio 1928. Nel 1934 cambiò denominazione in '''Befana del Duce''', nel 1940 divenne '''Befana del Soldato''' e con la Repubblica Sociale Italiana tornò alla denominazione originaria Befana Fascista.<ref name=":0">https://www.secoloditalia.it/2019/01/cera-una-volta-la-befana-fascista-un-esempio-di-stato-solidale-e-popolare-video/</ref><ref name=":1" />  


Augusto Turati, segretario del Partito Nazionale Fascista, nel corso di un viaggio a Buenos Aires ebbe modo di osservare la Befana organizzata dall’Associazione lavoratori fascisti emigrati in Argentina, e volle riproporre la cosa in Italia.<ref>Fernando J. Devoto, ''Historia de los Italianos en la Argentina'', Biblos, Buenos Aires, 2008, pag.355</ref> La Befana in quegli anni era un po’ in ribasso, anche se era sempre radicata nell’animo degli italiani. Il fascismo, prendendola in mano e gestendola, ne fece uno egli avvenimenti più importanti e sentiti dell’anno. La cosa funzionava così: tutti i federali sensibilizzavano le imprese, le banche, i privati a donare beni e denaro per la Befana dei più poveri e e soprattutto dei bambini. Le organizzazioni giovanili e femminili fasciste si occupavano dell’aspetto logistico, che si rivelò subito imponente, e il 6 gennaio mattina si teneva nelle locali Case del Fascio la solenne distribuzione di doni ai bambini figli delle classi meno agiate. Le distribuzioni si svolgevano anche per figli di lavoratori di determinate categorie: ferrovieri, postali, metalmeccaninci, minatori, agrari, etc.<ref name=":0" />
Augusto Turati, segretario del Partito Nazionale Fascista, nel corso di un viaggio a Buenos Aires nel 1927 ebbe modo di osservare la Befana organizzata dall’Associazione lavoratori fascisti emigrati in Argentina, e volle riproporre la cosa in Italia.<ref>Fernando J. Devoto, ''Historia de los Italianos en la Argentina'', Biblos, Buenos Aires, 2008, pag.355</ref> La Befana in quegli anni era un po’ in ribasso, anche se era sempre radicata nell’animo degli italiani. Il fascismo, prendendola in mano e gestendola, ne fece uno egli avvenimenti più importanti e sentiti dell’anno. La cosa funzionava così: tutti i federali sensibilizzavano le imprese, le banche, i privati a donare beni e denaro per la Befana dei più poveri e e soprattutto dei bambini. Le organizzazioni giovanili e femminili fasciste si occupavano dell’aspetto logistico, che si rivelò subito imponente, e il 6 gennaio mattina si teneva nelle locali Case del Fascio la solenne distribuzione di doni ai bambini figli delle classi meno agiate. Le distribuzioni si svolgevano anche per figli di lavoratori di determinate categorie: ferrovieri, postali, metalmeccaninci, minatori, agrari, etc.<ref name=":0" />


Già nel 1930 i pacchi dono distribuiti superarono i 600.000 e nel 1932 furono 1.243.351.<ref>Paola Benedettini Alferazzi, ''Organizzazioni femminili fasciste nell'anno X'' in ''L'Almanacco della Donna Italiana 1933'', Bemporad, Firenze, 1933</ref>
Già nel 1930 i pacchi dono distribuiti superarono i 600.000 e nel 1932 furono 1.243.351.<ref>Paola Benedettini Alferazzi, ''Organizzazioni femminili fasciste nell'anno X'' in ''L'Almanacco della Donna Italiana 1933'', Bemporad, Firenze, 1933</ref>
825

contributi