Sinner e le tasse: differenze tra le versioni

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    '''AVVERTENZA'''
    '''AVVERTENZA METODOLOGICA'''


    Vi preghiamo di segnalare altri articoli contenenti commenti pubblici sulla faccenda all'indirizzo renato.ongania@studio.unibo.it per continuare la raccolta di opinioni pubbliche su "Sinner e le tasse". Ovviamente si tratta di una fase di raccolta di opinioni, non si vuole in questa fase entrare nel merito delle opinioni stesse.
    Vi preghiamo di segnalare altri articoli contenenti commenti pubblici sulla faccenda all'indirizzo [http://mailto:renato.ongania@studio.unibo.it renato.ongania@studio.unibo.it] per continuare la raccolta di opinioni pubbliche su "Sinner e le tasse". La metodologia seguita in questa circostanza è oggettivare la fenomenologia della comunicazione rispetto all'argomento. Seguendo il metodo scientifico, la fase qui richiamata è quella dell'Osservazione, e nello specifico, l'osservazione è una compilazione di articoli di giornali italiani che trattano l'argomento. Non importa quanto siano approssimativi o fallaci. Siamo interessati alla fenomenologia della comunicazione. Ovviamente si tratta di una fase di raccolta di opinioni, non è possibile entrare nel merito delle opinioni stesse. Al completamento della fase di osservazione seguiranno delle ipotesi, un esperimento e la comunicazione dei risultati.





    Versione delle 12:47, 3 dic 2023

    Sinner MCM23, si.robi, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, da Wikimedia Commons

    A cura di Renato Ongania

    Uno degli argomenti polarizzanti che va ben oltre il tifo, è il pagamento delle tasse. C'è chi ritiene che Sinner da italiano avrebbe dovuto mantenere la residenza in Italia (e non trasferirla a Montecarlo nel 2019) e chi invece sostiene che Sinner abbia fatto bene a trasferirsi nel Principato e di conseguenza è corretto che non paghi più le tasse sul reddito all'Italia.

    In questo breve ragionamento prenderemo in considerazione innanzitutto la "difesa" di Sinner.

    SINNER

    "È una scelta professionale, null’altro. A Montecarlo giochi all’aperto tutto l’anno, ci sono tutti i top player, i campi sono sempre a disposizione: sembra un Master 1000. Con chi giocherei in Italia? E io devo pensare ad allenarmi nel modo migliore, sennò non progredisco".[1]

    Seguono alcuni commenti di personaggi pubblici sulla vicenda del trasferimento della residenza:


    PANATTA

    Adriano Panatta già nel 2020 ha avuto modo di commentare la scelta di Sinner sul cambio di residenza del 2019: “Il cambio di residenza di Sinner? Beh, io non discuto le scelte, più che legittime, di altre persone e molti lo facevano anche ai miei tempi, ma io non ho mai voluto ciò. La verità è che era una cosa che non mi andava, ho sempre preferito restare a Roma, questa è casa mia!”.[2]


    PIETRANGELI

    Nicola Pietrangeli la pensava diversamente: "Jannik ha violato qualche legge prendendo la residenza a Montecarlo? Non mi risulta, io ce l’ho da decenni. La verità è che l’Italia è un paese di invidiosi e che a Montecarlo le tasse si pagano e sono pure alte. Per alcuni magari posso capire non sia bello, ma la verità è che Sinner non ha infranto nessuna legge".[3]


    CAZZULLO

    Aldo Cazzullo: "Sinner ha un nome francese, parla tedesco, twitta in inglese e ha la residenza fiscale a Montecarlo (ma quest’ultimo per gli italiani non è un problema)."[4] "Trovo amaro che, nel momento in cui ci sono compatrioti che muoiono nel bagno di un ospedale, altri italiani si chiamino fuori dalla comunità, dicendoci in sostanza: arrangiatevi, io sto nel Principato di Monaco (non prendiamoci in giro: il fatto che siano già lì non è una giustificazione, anzi). Certo, Sinner è un ragazzo di diciannove anni, giustamente concentrato sullo sport. È evidente che dietro c' è una macchina, c' è un sistema che mette i campioni al riparo dal Fisco. Ma è un sistema che non ha capito cosa sia un campione. Un campione non è solo uno che vince e fa soldi, spesso succhiati da altri; è una persona che racconta una storia."[5][6]


    DIMITRI

    Nicola Dimitri torna sul punto a distanza di tre anni da Cazzullo, riportando una istanza di Codacons: "È evidente allora che la questione sollevata dal Codacons è tutt’altro che sterile polemica. La questione sportiva si trasforma piuttosto in questione etica e di equità fiscale. Molto chiaramente afferma il Codacons: può un atleta rappresentare l’Italia e insieme scegliere di pagare le tasse altrove, magari in un paradiso fiscale dove le imposte sono minime?"[7]


    LAVAZZA

    Andrea Lavazza su Avvenire, nel rispondere ad un lettore, si chiede: "Perché Sinner si è trasferito a Montecarlo, che chiede di passare nei suoi confini solo tre mesi l’anno?"[8]


    AVVERTENZA METODOLOGICA

    Vi preghiamo di segnalare altri articoli contenenti commenti pubblici sulla faccenda all'indirizzo renato.ongania@studio.unibo.it per continuare la raccolta di opinioni pubbliche su "Sinner e le tasse". La metodologia seguita in questa circostanza è oggettivare la fenomenologia della comunicazione rispetto all'argomento. Seguendo il metodo scientifico, la fase qui richiamata è quella dell'Osservazione, e nello specifico, l'osservazione è una compilazione di articoli di giornali italiani che trattano l'argomento. Non importa quanto siano approssimativi o fallaci. Siamo interessati alla fenomenologia della comunicazione. Ovviamente si tratta di una fase di raccolta di opinioni, non è possibile entrare nel merito delle opinioni stesse. Al completamento della fase di osservazione seguiranno delle ipotesi, un esperimento e la comunicazione dei risultati.


    Cosa dice il Fisco?

    Commento personale

    Il pagamento delle tasse non dovrebbe essere considerato solo come un versamento di un obolo, ma come una contribuzione al finanziamento dei servizi che si utilizzano all'interno di un determinato paese. Se una persona lavora all'estero, è ragionevole che contribuisca finanziariamente al paese in cui lavora, poiché utilizza i servizi offerti da quel paese, come ad esempio il sistema sanitario. In questo senso, tasse e servizi vanno di pari passo. Anche in Italia, la residenza fiscale determina l'obbligo di pagare determinate tasse, come l'IMU, perché si fa uso dei servizi comunali che vengono offerti gratuitamente ai cittadini residenti. È un modo per finanziare i servizi locali e garantire la loro erogazione. Nulla da eccepire. È vero che ci sono paesi in cui le tasse sono più basse o sistemi fiscali diversi, ma è importante notare che l'evasione fiscale è un problema significativo che influisce sul bilancio dello Stato. Gli evasori fiscali, non necessariamente coloro che lavorano all'estero, sono coloro che effettivamente evadono le tasse e contribuiscono all'economia sommersa, e ne abbiamo davvero troppi. Questo può avere un impatto negativo sulla redistribuzione delle risorse e sulla fornitura di servizi pubblici adeguati.

    È fondamentale considerare la complessità di questi temi.

    Bisognerebbe cercare soluzioni che favoriscano una maggiore equità fiscale e una corretta erogazione dei servizi pubblici. Credo che la protesta (dai tratti anche populista) su Sinner vada a pescare in questo malcontento.

    Questo può richiedere politiche fiscali più efficaci, misure anticorruzione e una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini sull'importanza del pagamento delle tasse per il benessere collettivo. In questo io vedo il ruolo della comunicazione pubblica istituzionale, ma capisco che è una sottigliezza.

    Una delle ultime globalizzazioni ha stravolto anche l'impianto originale del concetto di cittadinanza degli stati nazionali. Per come si è evoluta la legislazione, è possibile scorrelare totalmente la cittadinanza dal soggetto contribuente. In altre parole ci sono cittadini italiani che pagano le tasse presso stati stranieri (dove producono il reddito), e viceversa, in un mix secondo cui quel sentimentalismo nazionalista dell'attaccamento alla bandiera è necessariamente "liquido". Parimenti "liquido" (per citare Zygmunt Bauman in "Retrotopia", 2017) è il senso del dovere nel pagare le tasse per il proprio Paese. In effetti più che "liquido", diremmo "vapore acqueo". In tutto ciò vedo un problema irrisolto di comunicazione pubblica, per la precisione di comunicazione istituzionale inadeguata a generare una leva per spingere gli italiani a pagare le tasse, o in formula, la propensione al pagare le tasse in cui la comunicazione istituzionale gioca un ruolo al numeratore.

    Note